Clap Your Hands Say Yeah - Only Run (2014)

di Lorenzo Righetto

Non è stata una reunion estemporanea, si vede, se i Clap Your Hands Say Yeah tornano con un nuovo disco dopo l’abbandono di due dei suoi membri, spingendosi inoltre fino a distribuirlo autonomamente, perlomeno nel Nord America.
Il lieve cambio di sound, qui più aereo e sintetico e meno chitarristico che in passato, diventa così inevitabile, facendo assomigliare questo “Only Run” a un misto tra degli Antlers meno a fuoco e dei National senza i fratelli Dessner.

È invece il cameo di Matt Berninger in “Coming Down” a rappresentare il fiore all’occhiello dell’album, per il resto testimonianza di un cantautore, Alec Ounsworth, alla ricerca ormai da tempo infruttuosa di un’impossibile maturità, laddove il fascino maggiore dell’esordio della sua band stava nella carica esistenziale della sua imperfezione, soprattutto nelle interpretazioni del suo frontman.
In “Only Run” fanno da padroni, invece, una scrittura e un tono decisamente appesantiti (“As Always”, “Coming Down”); un senso di grevità amplificato da arrangiamenti insipidamente cool (“Beyond Illusion” alle soglie dell’electro-pop, “Little Memories” abbondantemente oltre).

“I miss the confort of being insane”, canta Ounsworth in “Your Advice”, e la frase assume, a valle dell’ascolto di “Only Run” e del declino artistico dei CYHSY, almeno un altro significato. (3,5/5 voto mio)

Fonte | ondarock

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