Daniel Lanois - Flesh And Machine (2014)

di Marco Boscolo

Carne e macchina, fisico e astratto, analogico e digitale: queste le coppie di opposti entro cui si muove questo sesto disco in solo di Daniel Lanois. Per il producer e sound engineer reso celebre per le collaborazioni degli anni Ottanta con Peter Gabriel e U2, la forma canzone non è mai stata una casa, per cui in questo Flesh and Machine ha puntato tutto sull’atmosfera e il suono.
Il risultato è un disco ambient, ma ambient come lo poteva pensare uno che ha lavorato con Brian Eno a Ambient 4: On Land (1982) e Apollo: Atmospheres And Soundtracks (1983): a partire da registrazioni sue, manipolazioni e continue trasformazioni/trasfigurazioni del suono, fino a ottenere scenari liquidi (The End, Aquatic), moti cinetico-cinematici (gli episodi probabilmente migliori Opera e Sioux Lookout), riflessioni spirituali (Rocco, Iceland).
Non è un disco che segnerà la storia della musica, ma è certamente lo sforzo in solo migliore mai compiuto da Lanois che – guarda caso – arriva quando il Nostro non prova nemmeno a disegnare una melodia. A sessantatré anni il mestiere e la perizia tecnica gli consentono, come si dice, di portare a casa il risultato e mettere in fila 11 brani che, se lasciati, decantare, si allungheranno come ombre nelle giornate d’inverno. (3/5 voto mio)

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