The Doors - The Doors (1967)

La popolarità dei Doors è legata indiscutibilmente al mito di Jim Morrison, il cantante morto nel '71 a Parigi e sepolto nel cimitero di Pere Lachaise. Ma la grandezza della band risiede nel fulminante esordio del '67, uno dei più importanti e carismatici della storia del rock. Frutto dell'unione tra due studenti della Ucla (Morrison e il tastierista Ray Manzarek) con due componenti degli Psychedelic Rangers (il batterista John Desmore e il chitarrista Robbie Krieger), senza bassista (sostituito da un basso a tastiera), i Doors affiancano al fascino delle liriche spregiudicate ed influenzate dai classici del cantante (dotato di una voce profonda e di un carisma sciamanico) una musica morbidamente psichedelica, guidata dalle tastiere di Manzarek e dalla chitarra bluesata di Krieger, entrambi capaci di comporre e di improvvisare. La sequenza dell'esordio è da paura: il rock energico di Break On Through e di Soul Kitchen, la melanconica The Crystal Ship, il rock melodico di Twentieth Century Fox ed il cabaret mitteleuropeo della brechtiana Alabama Song sono un antipasto gustoso che precede il capolavoro Light My Fire, brano di una fluidità impressionante e singolo di grande successo (privato per le radio del lungo e storico assolo di Krieger). Così nel secondo lato la sfacciata cover del blues Back Door Man, il pop leggero di Looked At You, la psichedelica End Of The Night e la melodia sixties di Take It As It Comes precedono l'epilogo indimenticabile di The End, dramma edipico con un testo malsano che risulta coraggioso anche quarant'anni dopo ed una tensione musicale incredibile. Un disco fantastico, forte ed energico come pochi altri. (Mia valutazione:  Distinto)
(Paolo Baiotti)

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