Derek & The Dominoes - Layla And Other Assorted Love Songs (1970)

E' un Eric Clapton in stato di grazia che ritroviamo qui, al punto di svolta americano dell'idolo chitarristico britannico. E a venticinque anni Mr. "Slowhand" dribbla il successo dell'approdo Blind Faith (dopo Yardbirds, Bluesbreakers e Cream) per scegliere l'anonimato, la libertà espressiva di una band senza dover essere a tutti i costi la prima donna. Comincia così l'improvvisazione coi Friends di Delaney & Bonnie, comune itinerante d'apertura ai Blind Faith in America, fino a ritrovarsi con loro nei Criteria Studios di Miami. E come spesso accade, nel clima di totale disincanto dove nascono le perle preziose, si aggiunge luce ad amplificarne la brillantezza. Coerente con questa impostazione "easy" della produzione, proprio Duane Allman, su invito dello stesso Clapton, si farà vivo per le sessions da cui verrà fuori questa gemma, oscura al momento in cui i nomi coinvolti conservano l'anonimato, lasciando solo alla musica il compito di fare proseliti. Missione compiuta, dato che siamo qui a parlarne, per una serie di contingenze di una sola volta nella vita, a testimonianza di un grande sodalizio artistico e oltre ogni ambizione professionale, ma di grande intesa, umana e musicale. Eric Clapton, Duane Allman, Bobby Whitlock, Jim Gordon e Carl Radle, creano un'alchimia unica, e un mucchio di assortite canzoni che non occorre specificarne il tema per capire che sono blues, rock, soul o infinite jam. Layla è per la moglie di George Harrison, nei confronti della quale si dipanava il dissidio sentimentale di Clapton tra essere amante di lei o traditore dell'amico. Il resto è fucina ispirativa non da poco, e l'istantanea di un momento unico.  (Mia valutazione:  Buono)

(Matteo Fratti)

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