The Cure: Guida per principianti

Fra i gruppi rock che hanno segnato la storia degli anni Ottanta, e di tutta quella corrente new wave che ha condizionato in modo incisivo lo sviluppo della musica contemporanea, ci sono sicuramente i Cure: la band post punk inglese che, insieme ai Joy Division, ha segnato un’epoca.

Quando si parla dei Cure, si potrebbe far riferimento direttamente a Robert Smith, il leader indiscusso della band, e unico membro che ha sempre fatto parte del gruppo in oltre 40 anni di attività.

Fu proprio dalle ceneri del primo gruppo giovanile di Smith, gli Obelisk, che nel 1976 nacquero i Cure: che si proposero fin da subito per un concorso indetto dalla Hansa Records, e vinsero il contratto di produzione in palio. La prima pubblicazione fu il singolo Killing an Arab, che testimoniò fin da subito il minimalismo strutturale—che si contrapponeva alla psichedelia dei primi esprimenti—che negli anni rese famosa la band.



L’album d’esordio, invece, fu pubblicato nel 1979: Three Imaginary Boys. Un lavoro in cui si sentono distintamente le prime influenze che segnarono la band, il punk e la musica di David Bowie. La canzone più rappresentativa dell’album è sicuramente la title-track. Ma in un’edizione riveduta fu inserito anche il secondo singolo pubblicato, Boys Don’t Cry, che divenne uno dei più famosi e fortunati.



A questo punto la band visse una serie di avvicendamenti di componenti, e fasi alterne di ispirazione artistica: entrò cioè nella “fase dark”, che porterà al secondo album, Seventeen Seconds. E ai tre successivi: Faith, Pornography, The Top e The Head on the Door.

Questi lavori segnarono un periodo particolare degli anni Ottanta: dopo la morte di Ian Curtis, leader dei Joy Divison, i Cure diventarono i maggiori esponenti della new wave e si prepararono a lanciare l’album che li farà conoscere in tutto il mondo, Kiss Me Kiss Me Kiss Me, pubblicato nel 1987. Un lavoro che è stato definito “il White Album del post punk“



Il lancio dell’album segnò anche l’inizio di un tour mondiale enorme, e il conseguente aumento di componenti: la formazione salì fino a sei elementi. Lo stress dovuto al grande successo, ai continui viaggi, e alla pressione per il futuro creò una serie di problemi interni. L’album successivo, Disintegration, tradì così le aspettative.

A questo, poi, si aggiunse il generale decadimento della new wave nei primi anni Novanta, che fece pian piano dimenticare il genere. Nei successivi 20 anni la band realizzò altri cinque album, cambiando continuamente componenti, ma il successo era stato troppo legato alla corrente new wave e questi lavori non ottennero mai l’attenzione della critica e del grande pubblico come era stato precedentemente.

Ma il più era stato fatto: l’apporto che dettero al rock degli anni Ottanta aveva contribuito a rendere i Cure uno dei gruppi più importanti degli ultimi 40 anni.

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