Glen Hansard – Between Two Shores (2018)

di Claudio Lancia

Aprire le date dei recenti tour dell’amico Eddie Vedder e condividere attivamente il palco con lui per lunghi tratti dello show è stata una vetrina che ha portato la notorietà di Glen Hansard ai massimi storici, più di quanto abbiano potuto fare in passato le esperienze di attore, di conduttore televisivo o il trionfo agli Oscar.
Il cantautore irlandese deve ora tornare a dimostrare di saper brillare di luce propria: dopo l’avventura Frames e il progetto Swell Season, “Between Two Shores” rappresenta il terzo capitolo solista (senza dimenticare l’Ep “A Season On The Line”) che conferma al mondo grandi doti vocali e di songwriting.

“Between Two Shores” è il disco “americano” di Glen Hansard, e non soltanto perché è stato in parte realizzato negli Stati Uniti, ma anche perché dal punto di vista musicale risulta il meno “Irish”, il meno aperto alle influenze tradizionali della terra natia, il meno folk.
Sono invece gli arrangiamenti rigogliosi a caratterizzare gran parte delle nuove composizioni, vedi i fiati in prima linea e il solo di chitarra nella trascinante “Roll On Slow”, oppure le cadenze rock-soul, con tanto di bordate di Hammond, in “Wheels On Fire”, due fra le tracce più muscolari mai registrate da Hansard.

Ma Glen ha il cuore spezzato a causa di una relazione sentimentale naufragata, inevitabile quindi la presenza di ballate dolenti, fra le quali spiccano la jazzata “Wreckless Heart” (dove nella voce si ritrova una certa prossimità con il Ben Harper più umbratile) e la conclusiva “Time Will Be The Healer”, che scava dentro con il passo dei grandi del soul.
È l’album più vario e completo di Glen, e a dimostrarlo sono anche le cadenze blues di “Movin’ On”, la malinconica dolcezza di “Why Woman”, il tratto elegante di “Setting Forth” (non è la cover dell’omonimo brano di Vedder contenuto nella colonna sonora di “Into The Wild”), le rotondità di "Lucky Man" e "One Of Us Must Lose", i cori di “Your Heart’s Not In It” prestati da Dawn Landes e Markéta Irglovà, l’altra metà degli Swell Season.

Grazie alla sua eterogeneità, che non inficia mai una certa facilità di ascolto, “Between Two Shores” appare come il disco giusto per sdoganare definitivamente la figura di Glen Hansard presso il grande pubblico, anche oltre i confini dell’arcipelago britannico.
La terza prova solista del cantautore irlandese, classe 1970, è la sua migliore, e arriva proprio nei giorni che hanno visto il popolo dell’isola verde piangere la scomparsa di Dolores O’Riordan: in qualche modo, inconsapevolmente, questo album è anche un po’ dedicato a lei.


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